GLI INCHIOSTRI
Gli inchiostri utilizzabili per la penna stilografica sono una soluzione acquosa al 99% circa in cui sono disciolti pigmenti che rimangono in sospensione grazie alla presenza di gomma arabica. I pigmenti utilizzati per la colorazione degli inchiostri hanno la caratteristica di liberare una piccola quantità di acido all’interno della soluzione. Tutti gli inchiostri per penna stilografica sono quindi tendenzialmente acidi, anche se in gradi diversi a seconda delle diverse formulazioni e pigmentazioni.
Il grado di acidità è uno dei fattori da considerare nella scelta dell’inchiostro, dal momento che non solo l’acidità promuove il deterioramene della carta, ma anche l’alterazione dei materiali di cui è fabbricata la stilografica. In particolare le parti metalliche, che vengono più facilmente erose dalle seppur bassissime correnti passive che si stabiliscono tra serbatoio d’inchiostro e pennino. Le correnti passive vengono infatti favorite dall’acidità del liquido contenuto nel serbatoio e nell’alimentatore della penna.
Per tale motivo Stipula ha selezionato una formulazione dei colori molto attenta a minimizzare il residuo acido contenuto nell’inchiostro e affidandone la custodia al vetro bruno, capace di filtrare la quasi totalità dei raggi ultravioletti, principale fonte di degrado dei parametri essenziali dell’inchiostro.
Il sistema di caricamento Netto è un meccanismo brevettato da Stipula per il caricamento pulito di penne stilografiche. Netto accompagna e coadiuva strumenti da scrittura di qualità eccellente consentendone un uso comodo e facile.
Netto consiste in un dispositivo da applicare al collo del flacone per inchiostro Stipula. Tale dispositivo consente di caricare la stilografica non immergendo il pennino e parte della penna direttamente nell’inchiostro, ma in un pozzetto al quale il liquido affluisce tramite dei micro-condotti che sfruttano il principio di capillarità dei liquidi.
I benefici dell’utilizzo del Netto sono molteplici:
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il caricamento con Netto viene effettuato nella massima pulizia e igiene, in modo rapido e pratico;
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il flacone fornito con il Netto può essere riempito con le miscele di inchiostri preferite e sarà sempre possibile individuare quale inchiostro si sta usando grazie al pratico bavaglio in dotazione e al marcatore di colore in carta assorbente che lo contrassegna a colpo d'occhio;
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l’inchiostro del flacone Netto viene utilizzato fino all’ultima goccia;
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usare il Netto contribuisce alla corretta manutenzione delle penne stilografiche. Materiali pregiati come la celluloide, l’acetato di cellulosa o l’argento subiscono infatti l’effetto potenzialmente corrosivo dell’inchiostro e il continuo contatto con gli inchiostri fa perdere loro lucentezza e colore;
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in caso di un accidentale rovesciamento della boccetta d‘inchiostro, si assisterà solamente alla fuoriuscita delle poche gocce presenti nel pozzetto.
Per chi non ricorra a proprie miscele personali, con il Netto si consiglia l’utilizzo di inchiostro Stipula, in uno qualsiasi dei colori disponibili. Le bottiglie dei ricambi Stipula sono infatti esse stesse in grado di accogliere il dispositivo Netto, che ne può rimpiazzare il tappo.
Il sistema Netto è fornito completo di:
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flacone per inchiostro Stipula, con vetro trattato per proteggere il liquido dall’ossidazione causata dall’esposizione alla luce;
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bavaglio da applicare al collo della boccetta per l’identificazione del colore dell’inchiostro;
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tubo capillare per l'azionamento del sifone di carica.
IL SISTEMA DI CARICAMENTO "NETTO"
L'INCHIOSTRO FERROGALLICO
Il Ferro-Gallico, sostanzialmente è stato l'inchiostro di riferimento dal medioevo sino al 1950 e, se di buona qualità, ha considerevoli doti di durata, resistenza e colorazione. La reazione chimica tra tannino e sali di ferro era nota sino dall'antichità. Caio Plinio il Vecchio (23/79 d.C.) descrive un esperimento nel quale bagna con una soluzione di sali di ferro un papiro precedentemente impregnato di una soluzione di tannini, con il risultato di ottenere l'immediato annerimento del papiro, originariamente color crema. Soltanto alcuni secoli dopo Marziano Capella (V secolo) fornisce una formula per la preparazione di un inchiostro, che egli chiama "gallarum gummeosque commixtio". L'epoca della transizione tra il cosiddetto inchiostro di China e l'inchiostro ferro-gallico è imprecisabile, ma l'aumentata richiesta di inchiostri e la possibilità di produrlo facilmente resero quest'ultimo di uso comune già nel medioevo. Molti manuali di vita domestica indicano tra i compiti delle donne anche quello relativo alla produzione dell'inchiostro. Le formule venivano passate da una generazione a quella successiva ed anche questo aspetto della questione rende sovente problematico intervenire sui documenti ai fini del restauro e della conservazione, nei casi in cui lo stesso documento presenti delle problematiche legate all’inchiostro. L'inchiostro ferro-gallico era ancora ufficialmente utilizzato dal Governo Tedesco sino al 1973.
La sua formula base era composta da quattro sostanze: galle di varie piante (galle di quercia, galle di Aleppo, Cinesi, Giapponesi, ghiande, etc. etc.) vetriolo (o solfato di ferro), resina o gomma arabica (ottenuta dalla pianta dell'acacia e che costituisce il "legante" tra carta ed inchiostro) e acqua. Varie sostanze possono essere usate (e sono state usate) per modificare le caratteristiche finali dell'inchiostro, aumentando o diminuendo la quantità di acido gallico che si ottiene con la prima bollitura delle galle. Usando birra o vino per modificare tempi e caratteristiche della fermentazione che trasformerà l'acido gallo-tannico in acido gallico. Utilizzando aceto o altri acidi si rallenta una troppo anticipata precipitazione del preparato. Utilizzando zucchero , miele o resine si aumenta la brillantezza dell'inchiostro e si rallenta l'asciugatura. In seguito alla sua solubilità quest'inchiostro penetrava profondamente nella carta, rendendolo quasi indelebile. Una curiosa caratteristica delle preparazioni originali, appena fatte, è la loro particolare e chiarissima colorazione al momento dell'uso. Appena applicato l'inchiostro è quasi illeggibile e comincia a scurirsi dopo un paio di secondi, con l'esposizione all'ossigeno atmosferico. Questo costringeva a preparare l'inchiostro con certo anticipo al fine di produrre in esso un parziale annerimento e permettere di leggere agevolmente quanto appena scritto. D'altra parte non era possibile aspettare troppo ad usarlo, perché l'ossidazione causava dei precipitati che riducevano la qualità dell'inchiostro. A volte, per ridurre i "precipitati", venivano aggiunti pigmenti colorati (rossi, blu, anilina, etc.) ed acidi diversi (aceto, acido solforico, ecc). Al fine di proteggere l'inchiostro Ferrogallico dal gelo e dal freddo, era usuale aggiungere il brandy (quindi preparazioni alcoliche) come additivo.
In collaborazione con il CSGI - Center for Colloid and Surface Science e il Dipartimento di Chimica dell'Università degli Studi di Firenze, Stipula ha sviluppato una nuova formulazione del Ferro-gallico con assoluto bilanciamento dei componenti chimici, ricca di tutte le caratteristiche tipiche di questo inchiostro (in particolare la sua azione permanente sulla carta e la leggibilità persistente nel tempo del tratto ottenuto con questo inchiostro), ma al tempo stesso pienamente compatibile con il suo uso nelle stilografiche ed in contatto con le loro delicate componenti metalliche, e in special modo il pennino.
L'inchiostro Ferrogallico Stipula è prodotto sotto l'alta supervisione degli scienziati dell'Università degli Studi di Firenze con materiali di purezza superiore al 99 % e con reagenti perfettamente congruenti, e rappresenta per questo un inchiostro moderno di qualità superiore.
INCHIOSTRO
E PENNA STILOGRAFICA:
USO, MANUTENZIONE, RIPULITURA
L’inchiostro ferrogallico è un inchiostro impermeabile e richiede il rispetto di una serie di raccomandazioni.
Seguendo queste linee guida si possono prevenire eventuali problemi che potrebbero verificarsi durante l'uso dell’inchiostro ferrogallico nelle penne stilografiche.
L'utilizzatore deve essere consapevole del fatto che, se ben conservati, gli inchiostri ferrogallici sono autentiche soluzioni sature, ovvero che non c'è residuo solido in sospensione nell’inchiostro. Solo dopo l'applicazione di ferrogallico su un substrato (idealmente la carta) e l’evaporazione della componente acquosa si verificano la maggior parte delle reazioni che danno luogo a una serie di composti complessi di ferro, insolubili in acqua, caratterizzati da un intenso colore scuro.
- Le stesse reazioni che sono responsabili di oscuramento e formazione di complessi di ferro insolubili in acqua sono talvolta possibili all'interno di penna. Questo può accadere nel caso in cui la stilografica non venga utilizzata per molto tempo o se la penna stilografica ha la tendenza a una rapida essiccazione. La pulizia del ferrogallico secco non è particolarmente difficile, ma richiede molto tempo e pazienza (soprattutto se non si può o non si vuole smontare la penna). Quindi raccomandiamo l’utilizzo di inchiostri ferrogallici in penne stilografiche che usiamo regolarmente.
- È normale che se la penna stilografica è lasciata inutilizzata per una settimana o due, per iniziare a scrivere sarà necessario esercitare un po’ di pressione, o si vedrà che la penna inizialmente scriverà un po' più scuro. Tuttavia, se la penna si asciuga già dopo che per un giorno o due la si è lasciata a riposo, si eviti l’utilizzo di inchiostri ferrogallici, o altri inchiostri altamente resistenti all’acqua, con tale penna.
- Se agitando il flacone, l’inchiostro ferrogallico comincia a formare depositi di solidi sulle pareti e sul fondo, l’inchiostro non dovrebbe essere usato. La formazione spontanea di fanghi di questo tipo negli inchiostri ferrogallici è causata da un uso improprio o da contaminazioni con altre sostanze.
- Prima dell’inchiostrazione con ferrogallico le stilografiche devono essere accuratamente lavate - soprattutto se altri tipi di inchiostri impermeabili sono stati utilizzati nella stessa penna. Gli inchiostri ferrogallici possono infatti interagire con altri inchiostri, dando luogo alla formazione di sedimenti difficili da rimuovere.
Ecco alcuni metodi di pulizia (dal migliore al peggiore):
1. Smontare la penna stilografica e lavarla sotto l'acqua corrente o meglio in un pulitore ad ultrasuoni con un po' di detersivo, rimontando la penna dopo che le parti si sono asciugate.
2. Risciacquare la penna stilografica con acqua e detergente, procedendo in questo modo: riempire la penna con acqua e detergente; quindi lasciare la penna con il pennino in contatto con del tessuto o altro materiale assorbente, in modo che il liquido con detergente contenuto all’interno scorra lentamente attraverso tutta la penna. Al termine dell’operazione risciacquare la penna con acqua pulita per un paio di volte.
3. Eventuali altri metodi che si basino su un semplice risciacquo della penna stilografica, non sono altrettanto efficaci. Infatti, anche se dopo il risciacquo può sembrare che la penna sia pulita, in effetti i canali di alimentazione conterranno ancora residui di inchiostro. È possibile controllare la completa pulizia riempiendo la penna con acqua e lasciandola a riposo per un giorno, in tal caso infatti l’acqua contenuta nel serbatoio dovrà risultare del tutto incolore.
4. Cambiare inchiostro nella penna stilografica senza lavaggio non è raccomandato e tutti coloro che lo fanno, lo fanno a proprio rischio. Inchiostri diversi hanno proprietà diverse, e le miscele di inchiostri potrebbero non essere compatibili tra loro, con la conseguente formazione di precipitati difficili da rimuovere.
- Se il ferrogallico viene lasciato in una penna stilografica inutilizzato per lungo tempo e si è parzialmente asciugato, non dovrebbe essere rimesso nel calamaio; in questo caso la penna deve essere risciacquata con acqua, come prima di cambiare l'inchiostro. Rimettendo il vecchio ferrogallico nel flacone si ridurrà la stabilità dell’inchiostro che è rimasto nel calamaio. Gli inchiostri ferrogallici richiedono una stabilizzazione atta ad impedire la formazione prematura di fanghi e la messa in sicurezza contro la corrosione delle parti metalliche (come il pennino) che vengono a contatto con l'inchiostro. Tale stabilizzazione è compromessa dall’aggiunta di residui di inchiostro potenzialmente alterati nella loro composizione e umidità.
- Gli inchiostri ferrogallici devono essere conservati in un luogo fresco e buio per proteggerli dagli effetti negativi della luce sulla loro stabilità. Gli inchiostri ferrogallici non devono essere diluiti con acqua del rubinetto - l'acqua è ricca di vari sali e contiene tracce di composti utilizzati per la decontaminazione di acqua (come l'ozono, cloro, ecc): quei composti avranno effetto negativo sulla stabilità dell’inchiostro. Se vogliamo diluire il ferrogallico dobbiamo utilizzare solo acqua distillata o demineralizzata.
- Il nostro inchiostro ferrogallico non causa corrosione nel normale uso con le stilografiche che montano pennini in acciaio inossidabile, in titanio o in oro. Ma a volte ci sono alcune penne con pennini in acciaio ordinario, dove il pennino è protetto contro la corrosione, per esempio, con strato di passivazione (normalmente di cromo). Con questo tipo di pennino, è possibile il verificarsi di tracce di corrosione, specialmente se lo strato di passivazione è danneggiato meccanicamente. Per verificare la natura dell’acciaio del pennino, si tenga conto che la maggior parte delle specie di acciai inossidabili interagiscono molto poco con il campo magnetico. Quindi se il pennino è attratto da un magnete, con un alto grado di certezza si può concludere che non è stato fatto di acciaio inossidabile o l'acciaio non è stato correttamente elaborato.
Se il risciacquo con una soluzione di liquido per lavare le stoviglie non ha dato risultati soddisfacenti, aggiungere all'acqua acido ascorbico (che può ad esempio venire ricavato da compresse di vitamina C frantumate) e risciacquare la penna con questa soluzione più volte: dovrebbero in questo modo potersi rimuovere eventuali residui molto tenaci di inchiostro Ferrogallico dalla stilografica.