I serbatoi delle penne stilografiche possono avere una capacità di inchiostro estremamente variabile.
Si può passare da una quantità minima, come quella delle penne alimentate da una tipica cartuccia di inchiostro (un mini-serbatoio usa e getta che contiene poco più di 1ml di liquido colorato) a riserve d'inchiostro notevolmente più ampie, fino a 4-5 ml di inchiostro.
Essendo la stilografica fondamentalmente nata come un calamaio portatile, è naturale che ci sia stata una tendenza costante ad aumentarne la capacità, ma anche la controllabilità dei livelli di autonomia residua.
Un po' come accade per le autovetture, dove è bene avere una sorveglianza costante della riserva di carburante, anche nelle penne stilografiche si è sempre fatto uno sforzo per facilitare il riscontro del livello di inchiostro ancora disponibile.
A partire dagli anni Trenta del Novecento, con l'avvento dei sistemi di carica a pistone dell'inchiostro, e la disponibilità di un materiale trasparente come la celluloide, si cominciò a rendere visibile il contenuto del serbatoio.
E in alcuni casi si ebbe persino la pretesa di quantificare il numero di parole che si potevano scrivere con l'inchiostro rimasto a disposizione.
Stipula ha lavorato e tuttora lavora su questa idea di costante interazione col livello di inchiostro del serbatoio.
Ne è un esempio La 22, una famiglia di stilografiche a pistone con finestrella di controllo del livello d'inchiostro, uscita intorno al 2000 e tuttora presente nelle collezioni Stipula.
Qui il pistone lavora interamente all'interno di una camera translucida sia essa totalmente cristallina sia essa colorata, come in alcune varianti più graffianti. In ogni caso il contenuto di inchiostro, di circa 5ml, è vigilabile in ogni istante e contribuisce col suo tono di colore a definire cromaticamente la penna.
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